OPEN BOX, questo il titolo della mostra che dal 19 dicembre alle 11 porterà
l’arte contemporanea nei giardini dell’Aventino. La cura è di Francesca Perti e l’idea di coinvolgimento territoriale nasce proprio dall’Associazione amici dell’Aventino.
Le opere di Paolo Buggiani, Tommaso Cascella, Publia Cruciani, Marco Fioramanti, Riccardo Monachesi, Giulia Ripandelli, Ninì Santoro, Mara van Wees
Presso Giardini di Sant’Alessio, di Piazza Albina e Piero Piccioni – Roma, fino al 28 febbraio 2021
Il progetto espositivo è incentrato sul dialogo tra la scultura contemporanea e gli spazi verdi adottati da AdA, in collaborazione con il Municipio 1 e con l’Ufficio Giardini, ed è finalizzato a valorizzazione dei luoghi dell’Aventino.
Una idea espositiva in linea con le tendenze attuali di cui abbiamo parlato anche qui su PiuVolume, che fa dei giardini e degli spazi verdi luoghi espositivi ideali in questo periodo pandemico.
Lo sponsor è la Fondazione Sorgente Group, attiva con iniziative volte al miglioramento e riqualificazione degli spazi verdi dell’Aventino,
“Quest’iniziativa culturale è un’opportunità importante che, attraverso la valorizzazione delle opere di interessanti artisti d’arte contemporanea, ci ricorda di avere rispetto delle aree verdi comuni, troppo spesso dimenticate, la cui manutenzione richiede impegno per le Istituzioni e rispetto da parte dei cittadini”.
Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, Paola Mainetti
Questa prima edizione propone otto artisti: tra le mura protette del giardino di Sant’Alessio, Buggiani, Cascella, Monachesi e Santoro si esprimono con materiali duraturi come ferro, acciaio e ceramica, mentre Cruciani, Fioramanti, Ripandelli e van Wees hanno scelto gli spazi aperti dei giardini Piero Piccioni e di piazza Albina, per le loro istallazioni site-specific e landart.
Gli artisti e le opere
dal testo critico di Francesca Perti
Paolo Buggiani, riconociuto padre della street art internazionale, con l’installazione ESCALATION (2000-2020), un grande uomo che sale una scala vicino ad un serpente che sembrano usciti dal gioco fantasioso di un bambino o dal romanzo di L. Frank Baum, Il Mago di Oz, allude a un’umanità che cerca la propria realizzazione nella ricchezza e dove consumare è la nuova gioia di massa.
Tommaso Cascella. L’opera CIELO è una scultura che traccia con il ferro il suo volume e disegna lo spazio per suggerire l’idea del cosmo. Sono due gli elementi che hanno ispirato Cascella: le cupole di Roma, che sono come volte celesti, quindi cieli, e il campanile dell’Oratorio dei Filippini del Borromini, dove l’architettura si fa solo disegno con il ferro.
Riccardo Monachesi. BLUE FLUXUS fonde due suggestioni: gli ultimi 15 anni di vita di Sant’Alessio passati sotto una scala del palazzo avito, e il concetto di acqua, che Monachesi realizza attraverso formelle di ceramica smaltata. Crea la propria visione di giardino emendando l’arte ceramica dalla tradizione, elevandola al livello delle realizzazioni scultoree delle fontane rinascimentali.
Ninì Santoro, tra i padri della scultura astratta in Italia, con BOUCLIER, LO SCUDO E LA LANCIA DI ACHILLE (1971) in ferro e acciaio, materiali da sempre prediletti da Santoro, riafferma l’interesse che l’artista ha sempre avuto per gli spunti storici e letterari e sottolinea la sua forza originale, la sua immagine mentale proiettata sulla scultura che solo con il nome diventa realtà.
Mara Van Wees. L’istallazione L’ACQUA CHE NON C’È (2020) colma un vuoto al centro del giardino di Piazza Albina, immaginando una fontana ornata da un moderno mosaico cosmatesco, e come l’invenzione del mosaico riutilizza materiali edili contemporanei, la guaina e il ferro, «e’ minuti rottami rimasi», i materiali scartati dalla costruzione (L. B. Alberti).
Giulia Ripandelli. NASADIYA SUKTA (2017-2018) s‘ispira all’inno vedico, conosciuto come Inno della Creazione, che racconta come l’origine dell’universo sia incomprensibile e misteriosa. l’artista riporta le parole dell’inno, appese ai rami dell’albero, fluidi e leggeri, disposti a trascorrere e a trasformarsi, lanciano al vento il loro messaggio cosmico.
Publia Cruciani, con PRESENZE RIBELLI che potremmo definire una cosmogonia edenica, crea un mondo a parte, dove personaggi dell’antichità ritornano a popolare il colle dell’Aventino: Romolo, Messalina, Poppea, Bruto, Adriano sembrano riapprodare finalmente a casa, perfettamente a loro agio in una Roma post-postmoderna.
Marco Fioramanti. C.R. 42 “FALCO”: “il relitto aereo è un reperto della memoria che esiste nel cimitero dei ricordi”, nello stesso tempo è un atto d’amore e una storia d’amore. Un atto d’amore verso il padre che guidò l’aereo durante la campagna di Grecia e Albania, e una storia d’amore perché, nel subbuglio della guerra, occhi di donna della fazione nemica incontrarono quelli del giovane pilota.
by redazione