Narrare con le immagini una Via di Roma

Torna Rione Roma Tour Festival, evento dedicato alla scoperta di percorsi insoliti nella città eterna, dal 23 al 28 Agosto.

Come raccontato qui per la scorsa edizione, il festival tra le numerose attività prevede una mostra di arte “partecipativa”. Quest’anno l’attenzione si concentra su Via Urbana. Proprio lungo la via il 23 Agosto alle ore 18.00 inaugura la mostra “Io Vedo”. Abbiamo intervistato Sara Palmieri la curatrice e fotografa.

  • Ciao Sara, come si articolerà la mostra?

La mostra che vede Via Urbana protagonista, scelta a rappresentare il Rione Monti, intende attraversare e narrare le differenti identità che nella via vivono e lavorano, e la multiculturalità che la caratterizza. 
Via Urbana è una delle vie più antiche e note del Rione, ricca di memoria e storie sommerse: ci siamo fatte condurre, nel coinvolgere e fotografare i suoi protagonisti, dal desiderio di raccontare il passato che ancora sopravvive, le botteghe degli artigiani, la tradizione legata alla ristorazione, ma anche alcune nuove realtà interessanti, e soprattutto il suo spirito ibrido, multiculturale. Come curatrice ho scelto di coinvolgere altre 4 fotografe (Flaminia Celata, Simona Filippini, Lina Pallotta, Ninni Romeo), tutte donne, il cui approccio e ricerca avrebbe messo in risalto ognuna delle caratteristiche sopra citate della Via al meglio, è così è stato.
La mostra si svilupperà in modo puntiforme, un percorso da scoprire: alcune foto saranno esposte nelle vetrine in dialogo con il luogo stesso e la sua identità, altre appese dalle finestre delle persone ritratte e visibili dalla strada, altre ancora bisognerà entrare nei luoghi e visitarli per vederle: quindi diverse prospettive, proporzioni, e stimoli. Alcuni dei luoghi coinvolti saranno chiusi nel periodo della mostra, ma abbiamo comunque fatto in modo di renderli visibili e parte viva della narrazione.
L’intento è di invitare i visitatori ad avvicinarsi al cuore di Via Urbana, del Rione e della sua bellezza, di conoscerne diversità e anche criticità.

Silvia “Yama Tatoo”, foto di Sara Palmieri
  • In quale senso può definirsi mostra partecipativa?

La mostra è concepita come un dialogo, che parte dall’incontro, allo scatto fotografico, alla scelta condivisa con le realtà coinvolte di dove e come esporre le immagini: un ritratto è sempre 50 e 50, c’è il fotografo con la sua visione e la sua scelta narrativa, e c’è la persona ritratta, con la sua storia, le sue emozioni, il luogo che abita o dove lavora o passa il suo tempo, i suoi sogni, il suo credo. Aprire questi luoghi al pubblico e mostrare al loro interno il risultato di questo dialogo, è un azione forte e che speriamo apra nuove riflessioni.
Grazie allo sguardo di 5 autrici molto diverse tra loro, siamo riuscite a coinvolgere personalità e realtà altrettanto variegate. A volte scatole cinesi, storie che contengono altre storie, come nel caso del lavoro Pagpupulong di Simona Filippini: Pagpupulong significa Incontro nella lingua filippina e la Chiesa di Santa Pudenziana dal 1991, per volere di Papa Giovanni Paolo II, è Chiesa nazionale dei filippini, la comunità di immigrati più antica di Roma, che qui si danno appuntamento ogni domenica. Simona ha scelto di intervallarne i ritratti con particolari architettonici del sito e dettagli pittorici dei dipinti presenti nella chiesa, con l’intento di narrare la sintesi culturale che si compie in questo luogo, un incontro tra culture e immaginari diversi.

Oblate di San Giuseppe, foto di Ninni Romeo
  • Come hai trovato il Rione, quale umore emerge, al risveglio dalla fase – incrociando le dita – più acuta della pandemia?

Via Urbana, così come tutto il Rione, esce provata da questo periodo difficilissimo. Alcune attività hanno chiuso, altre sono in difficoltà e sperano nel prossimo futuro per provare a risalire. Doloroso vedere attività storiche che spariscono, il quartiere perdere la sua identità in favore di locali mordi e fuggi che guardano al turismo come unica risorsa. Turismo che con la pandemia è uno dei settori più in crisi. Il fenomeno di spopolamento del Rione (molti negli ultimi anni, compresi i montini storici, hanno venduto o trasformato l’appartamento in casa vacanze) è in ascesa. Ma di contro, ci sono molte realtà che si reinventano, ed altre nuove molto interessanti, con delle belle idee dietro: sfide e sogni in movimento. 
Noi abbiamo provato a mettere una luce qua e là, sperando di aver fatto un buon lavoro, pensando alle persone e a Roma, al loro futuro.

Un progetto di Bluecheese Project. Promosso da Roma Culture, e vincitore dell’Avviso pubblico Estate Romana 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE.

Moreno “Mor Style” foto di Flaminia Celata
Mr. Roland con suo figlio Liam_Pagpupulong,
Chiesa Nazionale Filippina.
Foto di Simona Filippini
Ines, foto di Lina Pallotta

Foto di copertina : Ines, foto di Lina Pallotta

Info su tutti i tour, i laboratori, la mostra e per le prenotazioni clicca qui. La partecipazione è gratuita.

di redazione PiuVolume