A Liverpool le arti visive per futuri alternativi

La Biennale di Liverpool 2023 si intitola “uMoya: The Sacred Return of Lost Things” ed esplora l’ancestrale, lo spirituale e l’intellettuale per trovare nuove soluzioni di riparazione per il nostro mondo.

Questo Festival, che è il più grande nel Regno Unito dedicato alle arti visive contemporanee, è giunto alla sua 12a edizione e si svolgerà  dal 10 giugno al 17 settembre 2023 in diversi luoghi della città; la cura è di Khanyisile Mbongwa e la direzione di Sam Lackey.

Più di 30 artisti e collettivi internazionali sono stati invitati a impegnarsi con “uMoya” – che nella lingua isiZulu significa spirito, respiro, aria, clima e vento – come bussola, intervento divino e arteria. Un programma dinamico di mostre gratuite, spettacoli, proiezioni, eventi della comunità, attività di apprendimento ed eventi collaterali si svolgerà nell’arco di 14 settimane, tra edifici storici, spazi inaspettati e gallerie d’arte.


Visual identiy: Thom Isom. Courtesy of Liverpool Biennial.

“Il vento rappresenta spesso il fugace e il transitorio, l’elusivo e l’intangibile – ha dichiarato la curatrice Khanyisile Mbongwa – ma ricordo il mio primo momento in piedi al molo di Liverpool e sentendo il vento nelle ossa. Lo stesso vento che ha reso Liverpool l’epicentro del commercio di schiavi e una città che si è costruita attraverso ogni nave “mercante”. E mi chiedevo, come può questo vento ridisegnare le linee della cartografia come percorsi per una resa dei conti? Come può agire verso la guarigione attraverso l’attuazione di sistemi di cura che consentano un sacro ritorno? Un ritorno a sé che allinea il celeste e l’ancestrale, un ritorno in cui non è negato l’accesso a se stessi, un ritorno in cui tutto ciò che è perso o rubato viene riconosciuto, ricordato, contabilizzato, acceso e restituito”

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Foto di copertina: Alicja Biala, Totems in Forest of Dean Sculpture Park, 2021. Courtesy the artist.

di redazione