Il prossimo weekend, 12–13 novembre 2022 perso il BAK di Utrecht, BAK, al via Spectral Infrastructure.
Presentazioni, conversazioni e ascolti con il pensiero libero, organizzato in collaborazione con Le Guess Who? Festival musicale giunto alla 15esima edizione.
Presentazioni, conversazioni e sessioni di ascolto con il collettivo Libero Pensiero, (al secolo Adrian Heathfield, Massimiliano Mollona, Louis Moreno, Irit Rogoff, Nora Sternfeld) e con gli ospiti James Clifford, DJ Lynnée Denise, Edward George, Paul Rekret e Dhanveer Singh Brar.
La riflessione parte dalla nozione di “infrastruttura spettrale”, una presenza inquietante all’interno di un organismo strutturale. Il collettivo di libero pensiero solleva il dubbio che ciò che è necessario sia sia conoscibile che realizzabile. Invece, “l’infrastruttura spettrale” indica le trame e i registri nascosti e non riconosciuti che dimorano nelle strutture mondane.
L’idea di Infrastruttura spettrale viene declinata secondo tre prospettive:
- Unhoused Music che indaga sulla relazione tra il suono della musica e il senso del luogo, a volte così diretto da sembrare quasi intuitivo. La connessione tra jazz e New Orleans, dub e Kingston, house e Chicago, e techno e Detroit, per esempio, sembrano suggerire che la musica sia un altro tipo di urbanistica, un modo diverso di abitare la città. Unhoused Music considera il lavoro in corso della musica nera e come riorganizza temporalmente il desiderio collettivo di spazio, luogo, casa e terra, generando un senso molto diverso di ecologia sociale, pianificazione urbana , e il tempo storico.
- The Unarchivable/L’inarchiviabile di Irit Rogoff e Nora Sternfeld, Presenze che rifiutano le loro categorie; finzioni creative che rivendicano la veridicità; e un costante scherno di false stabilità storiche. Questa presentazione guarda al “potenziale altrimenti” che schernisce l’archivio: affetto, memoria, resistenza, caparbietà e testardaggine che turbinano in uno stato di rifiuto.
- (Im)Possible Realism/RealismoImpossibile Conversazione tra James Clifford e Massimiliano Mollona per raccontarci di una disposizione che non appiana gli elementi surreali, incompiuti, eccessivi e paradossali della realtà. Il realismo (im)possibile lavora per espandere le mappe della storia attraverso prospettive parziali e multiple che possono rappresentare l’incompletezza e resistere alla trascendenza dialettica.
Il BAK, è una base per l’arte, la teoria e l’azione sociale. BAK è impegnato nella nozione di arte come sfera pubblica e spazio politico e fornisce una piattaforma critica per esperimenti estetico-politici con e attraverso l’arte. BAK riunisce artisti, pensatori e altri membri delle classi precarie per immaginare e mettere in atto modi trasformativi di stare insieme altrimenti. Un impegno a proporre posizioni estetico-politiche che aprano spazi di possibilità e collettività attraverso la prova di nuovi modelli di lettura, interpretazione e socialità. Offrendo una struttura per una pluralità di pratiche artistiche.
info e prenotazioni qui al sito dell’iniziativa dal quale sono tratte anche le immagini
Redazione PiuVolume