Antropocene, ecologia planetaria e alleanze in nome di una poetica degli elementi

Elemental Constellations, una riflessione artistica collettiva dal 5 novembre al 5 febbraio presso il Macalline Art Center di Beijing sul tema “Chi Possiede la Natura?”. Un progetto curatoriale basato sulla ricerca con tre capitoli. Il primo capitolo, Multispecies Clouds, si è già svolto nella prima metà di quest’anno. Elemental Constellations segna il secondo capitolo della serie.

Come sappiamo, gli elementi sono le unità fondamentali del mondo, fungendo da base di tutte le cose e della vita. Tuttavia, sono anche diventati il simbolo di una “natura” intangibile, o di una certa forma di “scienza” mitologica e magica. Gli elementi possono essere visti come un “medium” da questa prospettiva, plasmando costantemente la tecnologia, sia nell’epoca di Empedocle o del Taoismo, o dopo che la tavola periodica è stata stabilita. Nel quadro del Nuovo Materialismo, “gli elementi sono inquieti quanto l’immaginazione umana”, come nota Jeffrey Jerome Cohen. Questa inquietudine ha radici non solo nei processi chimici o industriali, ma è legata a varie ontologie e cosmologie alternative, dal periodo pre-socratico all’età moderna.

Partecipanti artisti: Syahrul Anuar, Ursula Biemann & Mo Diener, Julian Charrière, Ane Graff, Guo Cheng, Louis Henderson, Chia-Wei Hsu, Hanna Ljungh, Otobong Nkanga, Alain Resnais, Riar Rizaldi, Oscar Santillán, Maarten Vanden Eynde & Musasa, Wang Sishun, Zhan Wang

Curatore: Yang Beichen.

Come leggiamo dal comunicato stampa dell’iniziativa:

Nell’era della crisi ecologica, stiamo notando le connessioni dinamiche tra entità apparentemente separate, e molte di queste connessioni una volta invisibili possono essere ricondotte al livello degli elementi. Gli elementi passivi, inerti e non intervenenti sono al tempo stesso attivi, vibranti e persino distruttivi. Come una macchina che mescola oggetto, corpo e potere, gli elementi trascendono varie entità, dall’inorganico all’organico, dall’ambiente alla vita, dalla natura al discorso. Il mondo sotto tale influenza è presentato come un assemblaggio materiale costantemente in fase di ricostruzione. In questo contesto, noi, esseri umani nell’Antropocene, possiamo finalmente contemplare il nostro inserimento nell’ecologia planetaria e la possibilità di formare alleanze con gli elementi.

Ispirati al romanzo di Primo Levi, “Il Sistema Periodico”, cerchiamo di attivare l’immaginazione narrativa e materiale degli elementi nell’esposizione Elemental Constellations, creando le loro immagini e valori sensoriali, e costruendo così una costellazione alchemica. Continuando la riflessione sulle specie in Multispecies Clouds, il primo capitolo della serie di mostre “Chi Possiede la Natura?”, speriamo di definire l’elemento come un essere indeterminato, imprevedibile e in continua evoluzione, non esterno ma intrinseco a noi. L’esposizione è simile a un “parlamento” come descritto da Bruno Latour, un’assemblea tra umani e non umani, un dibattito tra diverse cosmologie. Poiché la natura si riduce gradualmente a risorse prive di vita a causa del colonialismo e dell’estrazione, noi, in nome della “poetica degli elementi”, cerchiamo di reinventare le emozioni e la giustizia legate all’acqua, al fuoco, alla terra e ai minerali.

A proposito del Macalline Center of Art Il Macalline Center of Art (MACA) è un’istituzione artistica no-profit dedicata alle invenzioni visive contemporanee. Il Centro collabora con artisti e gruppi artistici costruendo comunità offline e online attraverso eventi e ricerche. Situato in un edificio di 900 metri quadrati su due piani nel quartiere artistico 798 di Pechino, il MACA (dal sito immagini e info) riunisce artisti, curatori e professionisti pan-culturali da tutto il mondo, creando un campo orientato alla pratica per le invenzioni visive con varie forme di collaborazione persistente e diventando una nuova coordinata culturale nella mappa dell’arte contemporanea.