Tra suolo e mare profondo, la crisi ecologica oltre lo sguardo

Dal 13 al 22 ottobre a Reykjavík, Islanda al via l’undicesima Biennale Sequences. Quest’anno intitolata Can’t See, la mostra esplora la minaccia sempre crescente della distruzione ecologica addentrandosi in spazi che non possono essere percepiti dall’occhio umano, dalle profondità del mare e dagli strati del suolo, immaginando detriti del passato e visioni del futuro.

Curata da Marika Agu, Maria Arusoo, Kaarin Kivirähk e Sten Ojavee, un collettivo curatoriale del Centro estone per l’arte contemporanea (CCA), Sequences XI sarà caratterizzato da una mostra centrale, esposta in quattro istituzioni locali (The Nordic House, The Living Art Museum , Galleria Nazionale, Kling & Bang) e un programma più ampio di installazioni, performance, workshop, concerti e altro ancora, che si svolgeranno in tutta la città.

I curatori affermano:

“Venire dall’Estonia e lavorare in Islanda con questo gruppo eterogeneo di artisti è stato un processo entusiasmante e stimolante, esplorando come le loro idee si abbinavano alle nostre. È stato altrettanto emozionante mettere in luce le opere esistenti, a volte raramente esposte, di artisti e collezioni museali, che sono così apprezzate e amate dalla gente del posto. È stato un privilegio essere un sostenitore di narrazioni più piccole, a volte ancora non ascoltate”.

La selezione degli artisti riflette l’interesse dei curatori nel promuovere nuove e più profonde connessioni tra le comunità artistiche baltiche e islandesi, mettendo in luce narrazioni uniche e decentralizzate provenienti da questi confini geografici e culturali. Con oltre 45 partecipanti confermati, la biennale presenterà nuove installazioni site-specific, accanto alle opere esistenti degli artisti e, per la prima volta, prestiti dai musei islandesi e baltici.

Una line-up multidisciplinare e intergenerazionale, tra i punti salienti ci sarà la scultrice estone Edith Karlson, che esporrà una nuova iterazione del suo pezzo Can’t See (2023), che ha ispirato il titolo di questa edizione di Sequences. Karlson, che rappresenterà anche l’Estonia alla 60a Biennale di Venezia, è nota per le sue installazioni inquietanti e il suo umorismo oscuro e questa scultura raffigurerà una creatura ibrida tra la terra e il mare, che guarda l’incertezza del mondo. Sarà esposta alla Nordic House insieme all’artista lituana Emilija Škarnulytė che presenterà un’installazione video immersiva e su larga scala, Sirenomelia (2017), contemplando il tempo profondo e le strutture invisibili, dal mitologico e cosmico all’ecologico e politico.

Ci saranno installazioni pubbliche e site-specific situate nel centro di Reykjavík e nel porto. L’artista nigeriano-americana Precious Okoyomon, nota per le sue vaste installazioni composte da materiali naturali viventi, in crescita e in decomposizione, creerà una nuova commissione in collaborazione con l’artista americana Dozie Kanu. Presentato nello storico faro di Seltjarnarnes, il lavoro esplorerà il vento come elemento centrale nella natura islandese. Anche l’artista americano residente in Estonia John Grzninch si concentrerà sul vento, creando “torri dell’arpa” site-specific che incanalano i modelli del vento locale nel suono.

La Biennale ospiterà le esibizioni dell’artista e sassofonista norvegese Bendik Giske, che ha ricevuto il plauso della critica per la fisicità, la vulnerabilità e la resistenza delle sue performance. Per Sequences sta lavorando con il musicista islandese Úlfur Hansson. L’artista e musicista estone Netti Nüganen riproporrà il suo pezzo The Myth (2022), per il quale ha vinto il premio per la migliore performance dell’Estonia lo scorso anno.

Partecipando dall’Islanda, l’artista islandese-polacca Pola Sutryk allestirà il proprio studio-cucina come centro del festival. Bjarki Bragason presenterà una nuova importante commissione a Kling & Bang, che decostruirà, trasporterà e resusciterà il giardino dei suoi nonni, che era sull’orlo della distruzione, all’interno dello spazio della galleria. La pratica di Bragason prevede spesso spedizioni sui ghiacciai islandesi, esplorando come il tempo geologico e umano si manifesta nei luoghi e nella natura.

Altri artisti locali hanno riflettuto sulle tradizioni e sul folklore islandese, come Hrund Atladottir, che proietterà un nuovo lavoro video basato sull’antica pratica dell’útisetur, trascorrere del tempo dimorando e connettendosi con la natura. Brák Jónsdóttir, una nuova entusiasmante voce nella scena artistica del paese, presenterà una nuova commissione scultorea che mira a creare nuove mitologie per la nostra era contemporanea reinventando e creando nuove estinzioni e creature ultraterrene.

Elenco completo degli artisti partecipanti
Aaloe-Ader-Flo-Künnap-Soosalu, Agnes Denes, Alma Heikkilä, Anna Líndal, Anna Niskanen, Antti Laitinen, Bendik Giske in collaborazione con Úlfur Hansson, Benjamin Patterson, Bjarki Bragason, Boji, Brák Jonsdottir e Dúfa Sævarsdóttir, Brynhildur Þorgeirsdóttir, Daiga Grantina, Daria Melnikova, Dénes Farkas, Dodomundo, Edda Kristin Sigurjonsdottir, Edith Karlson, Elo-Reet Järv, Emilija Škarnulyte, Gerdur Helgadottir, Grzegorz Łoznikow, Gudrun Nielsen, Guðrún Vera Hjartardóttir, Gustav Geir Bollason, Hrund Atladóttir, Jóhannes Sveinsson Kjarval, Johanna Hedva, Johhan Rosenberg, John Grzinich, Jussi Kivi, Kadri Liis Rääk, Kärt Ojavee, Katja Novitskova, Katya Buchatska, Monika Czyzyk, Naufus Ramirez-Figueroa, Netti Nüganen, Ólöf Nordal, Pakui Hardware, Pola Sutryk, Precious Okoyomon e Dozie Kanu , Radio Gufan, Sigurður Einarsson, Þorgerður Ólafsdóttir, ​Uku Sepsivart, Vaim Sarv in collaborazione con
Flaaryr, Ásta Fanney, Valgerðdur Briem, Zenta Logina, Young Boy Dancing Group

di PierpaoloFabrizio redazione