Una riflessione collettiva tra finzione, arte e post-verità

Tra pochi giorni, il 4 marzo al via una interessante analisi presso lo Scottsdale Museum of Contemporary Art (SMoCA) che presenta Language in Times of Miscommunication.

Varie opere d’arte per riflettere sul rapporto scivoloso tra opinione, realtà e finzione, all’interno del costrutto della nostra realtà collettiva.

E’ una linea di indagine che risuona a livello globale ma la mostra Language in Times of Miscommunication si concentra sugli Stati Uniti.

Qui l’atmosfera polemica della nazione ha dato vita a forme di narrazione che hanno ridefinito l’idea stessa di verità.

L’arte diviene come proposto da Trinh T. Minh-Ha nel suo libro When the Moon Waxes Red, il mezzo per criticare e decostruire offrendo prospettive divergenti:

“Per distruggere i sistemi esistenti di valori dominanti, dobbiamo vedere attraverso la porta girevole di tutte le razionalizzazioni e incontrare la verità di quella lotta tra finzioni”.

L’arte contemporanea può proporre un’analisi critica di come il linguaggio divisivo e le narrazioni alternative abbiano disfatto la società statunitense dal 2016.

Anche Yuval Noah Harari, autore di Sapiens: A Brief History of Humankind, sostiene:

L’uomo a creato narrazioni che esistono puramente nell’immaginazione, come divinità, stati, denaro e diritti umani. Nel corso di migliaia di anni di evoluzione sociale, la percezione umana ha attualizzato le finzioni come principi fondamentali della civiltà, rafforzando gerarchie immaginarie di potere e influenza. Esaminando gli eventi passati e le azioni attuali attraverso l’arte che critica la realtà sociale, possiamo iniziare a rivelare le finzioni che hanno informato la società così come la conosciamo.

Attraverso i formati della mostra, del catalogo e dei progetti speciali, Language in Times of Miscommunication funge da piattaforma per mettere in discussione il modo in cui le finzioni sociali vengono create, interpretate e, spesso, comunicate male. Con opere di Kristin Bauer, April Bey, Andrea Bowers, York Chang, Jeremy Dean, Jeffrey Gibson, Jenny Holzer, Christopher Jagmin, Glenn Ligon, Patrick Martinez, Elizabeth Moran, Ann Morton, Polymode, William Powhida, Kameelah Janan Rasheed, Horacio Rodriguez , Safwat Saleem e Anna Tsouhlarakis.

Organizzato dallo Scottsdale Museum of Contemporary Art e curato da Lauren R. O’Connell, curatrice di arte contemporanea, con Keshia Turley, assistente curatoriale. Supporto alla mostra fornito dai Presenting Partner Walter e Karla Goldschmidt Foundation, Presenting Sponsor Mark J. ed Elizabeth L. Kogan Family Trust e Supporting Sponsor Peggy Sharp.

Progetti speciali

Catalogo della mostra concettuale
Lo studio Polymode ha progettato il catalogo Language in Times of Miscommunication come un duplice oggetto, pubblicazione e opera d’arte, che trasmette chiaramente informazioni trasmettendo contemporaneamente nozioni di cattiva comunicazione intenzionale e non intenzionale. Attraverso questo approccio sperimentale, Polymode complica progressivamente la ricezione visiva delle informazioni nel catalogo, oscillando tra momenti di chiarezza e distorsione.

Interventi pubblici
Il progetto The Native Guide di Anna Tsouhlarakis (2019-in corso) attinge alla pedagogia del rinforzo positivo per affrontare le microaggressioni nei confronti delle popolazioni indigene. Tsouhlarakis modella le dichiarazioni in stampatello nero su sfondo bianco per sfidare gli stereotipi dell’arte indigena e le fa circolare negli spazi pubblici – cartelloni pubblicitari e social media – per formare un nuovo linguaggio che spinge l’identità dei nativi americani verso possibilità future.

Cronologia in evoluzione
L’installazione su larga scala di William Powhida Possibilities for Representation (2020-in corso) presenta una linea temporale visiva della storia politica americana, dai giorni coloniali attraverso il presente e nei possibili futuri. I singoli dipinti che ritraggono figure significative ed eventi importanti (sia reali che immaginari) sono strategicamente appesi all’interno di uno spettro di estremi politici. Con ogni presentazione, l’artista aggiorna la sequenza temporale con gli attuali eventi politici statunitensi, più recentemente le elezioni di medio termine del 2022, per offrire una serie di possibili risultati da prendere in considerazione.

Simulazione poetica
La serie stampata di factographs (2017-19) di York Chang mostra immagini e testi riconfigurati ritagliati dai giornali per rivelare come l’abbinamento dei due senza contesto possa alterare il significato e offrire reinterpretazioni poetiche della realtà. In una delle tante forme di presentazione, Chang installa i factografi come giornali sparsi e impilati sul pavimento della galleria, visualizzando la natura eccessiva e transitoria dell’informazione e disinformazione nei media.

le immagini dal sito dove trovate anche ulteriori info

di PierpaoloFabrizio redazione PiùVolume