Il 13 settembre alle ore 18 p.m abbiamo l’opportunità di assistere online ad ad una discussione sul futuro ecosistema dell’arte.
L’iniziativa è promossa dalla Serpentine Galleries ed è possibile iscriversi gratuitamente.
I temi riguardano le opportunità e le sfide che artisti, produttori e istituzioni culturali devono affrontare in un paesaggio sempre più virtuale.
dal sito di serpentine
Cosa possono insegnarci le tecnologie precedenti su come affrontiamo il software e lo sviluppo virtuale? Se consideriamo storie alternative verso blocchi costitutivi del metaverso come la codifica, i videogiochi e Internet, possiamo recuperarle per il nostro futuro creativo? La nostra padronanza delle metanarrative sulla tecnologia aziendale e sulla Silicon Valley è diventata omogenea e comune, ma sfidarle è necessario per ipotizzare potenziali cambiamenti infrastrutturali che possano supportare meglio artisti e istituzioni allo stesso modo.
La discussione sarà condotta dall’artista Amelia Winger-Bearskin insieme al produttore della Serpentine Galleries Arts Technologies Commission Tamar Clarke-Brown, e riguarderà le tecnologie antecedenti e i modelli di collaborazione virtuale tra pubblico e privato.
13 settembre 18:00-19:00 BST su Serpentine Twitch:
altre info e dettagli qui
Come dicevamo si tratta del secondo numero di Future Art Ecosystems (FAE2) anche questo come il precedente è prodotto dalla Serpentine R&D Platform in collaborazione con Rival Strategy e Guest Producer, Luke Caspar Pearson.
L’obbiettivo, nelle intenzioni, è quello di fornire strumenti analitici e concettuali e una guida strategica per la costruzione dell’infrastruttura culturale del 21° secolo. Sistemi per sostenere l’arte e le tecnologie avanzate che riescano a rispondere al più ampio spostamento sociale verso le esperienze virtuali.
Le conversazioni “Live Session” hanno lo scopo di attirare l’attenzione e avviare un dialogo tra artisti, produttori e contributori avviando nuove prospettive.
… la produzione industriale e la vendita al dettaglio di vernici sono ben comprese, così come i processi mediante i quali
dalla discussione su FAE dello scorso anno
i quadri vengono appesi, conservati, spostati, acquistati e restaurati. Ma quando un artista lavora con una tecnologia avanzata come materiale, non esistono protocolli così consolidati su cui fare affidamento e le procedure per maneggiare, installare e conservare l’opera non sono evidenti.
Come recita l’incipit di Takaschi Kudo, posto all’inizio del precedente volume (FAE) It’s like you are a painter, but you also have to invent paint.
Non resta che augurare a tutti buon lavoro.
di redazione PiuVolume