Ritroviamoci, come volontari.

La pandemia ci ha isolato, reso più insicuri e fragili eppure mai come ora cercare di aiutare gli altri può permetterci di ritrovarci; superare i nostri legittimi timori spinti da un motivo valido. Ecco, leggendo questo articolo magari troveremo proprio il motivo che fa per noi.

Parliamo infatti di Trovavolontariato un sito che permette, a quanti sono desiderosi di dedicare un po’ del loro tempo agli altri, di entrare in contatto con le associazioni che si occupano di volontariato a Roma e nel Lazio.

Ci spiega tutto Claudia De Masi, una delle referenti del progetto Trovavolontario, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

Quando e perché nasce il vostro progetto?


Il progetto “Trovavolontariato” nasce nel 2012 presso i Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio Cesv e Spes ( ora unificati come Csv Lazio). L’idea di creare un percorso di orientamento che favorisse l’incontro tra cittadini desiderosi di dare una mano e associazioni bisognose di nuovi volontari, è nata proprio perchè, grazie a decine e decine di cittadini che chiamavano presso i nostri uffici chiedendo di essere orientati, ci siamo resi conto che c’è una reale difficoltà, per una persona che vuole avvicinarsi al volontariato, nel venire a conoscenza delle realtà di volontariato operative nella propria zona. L’intuizione è stata poi confermata dal successo del progetto Trovavolontariato che, in 9 anni, ha visto quasi 11000 iscrizioni al sito. 


Come la pandemia sta mutando il rapporto con il volontariato?


Dal nostro punto di osservazione abbiamo notato alcuni elementi 1)  Una grande risposta di solidarietà: da Marzo 2020, con l’inizio del primo lockdown, abbiamo registrato un forte aumento delle iscrizioni al sito. C’è stata tanta sensibilità rispetto all’emergenza in corso e al desiderio di poter essere d’aiuto a chi si trovava più in difficoltà.2) Forte spirito di adattamento da parte delle associazioni: pur di continuare la loro opera di intervento, assistenza e supporto, le associazioni hanno adattato e reinventato il loro operato in modo da poter seguire tutte le norme di sicurezza. Questo ha voluto dire, in molti, casi, rivedere le proprie procedure, crearne di nuove, implementare l’utilizzo delle modalità da remoto, ove possibile, per far sì che nessuno fosse lasciato solo.

 E’ secondo lei possibile operare come volontari anche online, è possibile sviluppare empatia da remoto?

A mio parere, e per l’esperienza fatta in questo ultimo anno, le nuove tecnologie sono solo dei mezzi che, in quanto tali, si prestano a diverso uso e modalità a seconda di chi le utilizza. Si è partiti con un grande scetticismo sulla possibilità di poter sostenere e aiutare le persone “a distanza”, l’esperienza mostra, invece, che si può assolutamente empatizzare anche dietro ad uno schermo, se il volontario viene adeguatamente formato ad un buon utilizzo e ad una adeguata comunicazione online. Questo, ovviamente, non vuol dire che questa modalità vada mantenuta anche quando non ce ne sarà più bisogno, il contatto dal vivo rimane comunque insostituibile e preferibile, però abbiamo avuto, a mio avviso, la dimostrazione che la differenza la fa sempre l’essere umano, che trova il modo di aiutare, capire, sostenere, arrivare al cuore di una persona in difficoltà anche laddove le condizioni esterne impongano limiti che possono sembrare vincolanti per un’esperienza empatica.

pics tratte dal sito trovavolontariato.com

Bene, non rimane che cliccare sul sito, qui la pagina di iscrizione di trovavolontariato per avere un ampio panorama di tutte le associazioni e i loro progetti attivi nei territori di Roma e nel Lazio. Se poi volete iniziare immediatamente condividete questo articolo sulla vostra pagina social.

di redazione PiuVolume