Fotografie e creatività al femminile, la Biennale Donna

Fino al 22 novembre 2020 presso la Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara, sarà possibile visitare la 18esima Biennale Donna. Il progetto, a cura di Angela Madesani, per – Unione Donne in Italia, si dedica alla creatività femminile in tutte le sue forme e linguaggi dal 1984 . La mostra dal titolo Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80, presenta le opere di 13 fotografe e indaga il mondo della fotografia al femminile, mettendone in luce i filoni di ricerca più originali. 

Attraversare l’immagine si concentra invece sulle fotografe attive negli anni dell’impegno politico e sociale, un periodo caratterizzato da grandi mutamenti di cui le donne sono state protagoniste, opere di di Paola Agosti, Diane Arbus, Letizia Battaglia, Giovanna Borgese, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Françoise Demulder, Mari Mahr, Lori Sammartino, Chiara Samugheo, Leena Saraste, Francesca Woodman e Petra Wunderlich.

Si tratteggia come spiega la curatrice Angela Madesani – su exibart – una storia del Novecento, vista da un’altra prospettiva, quella delle donne:

«Non uno sguardo inferiore a quello dell’uomo, né superiore. Semplicemente diverso, Aldilà di tutte le differenze, è innegabile notare in questi lavori la stessa forza, un linguaggio proprio delle donne, una connotazione unica» Si tratta di sconfessare il cliché «L’immagine stereotipata del fotoreporter, uomo con la macchina fotografica a tracolla, che corre a caccia di notizie, La mostra riporta alla luce la dimensione contemplativa della ricerca reportagistica femminile. Emerge così tutto l’impegno politico, sociale e di costume delle donne, documentando i grandi mutamenti storici del secolo breve».

Angela Madesani su exibart.com

La selezione delle fotografie esposte prende avvio dalle ricerche a sfondo antropologico dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Sessanta, indagini che hanno segnato l’avvio delle lotte per un cambiamento radicale della cultura e della società, per il raggiungimento di libertà individuali e di conquiste democratiche. Raggiungimenti che gli anni Settanta avrebbero estremizzato, animando, sullo sfondo di drammatici conflitti, il rapporto tra politica e cultura. Gli anni Ottanta hanno poi costituito in qualche modo il momento del riflusso: le grandi battaglie condotte per i diritti civili, per l’emancipazione delle classi sociali, delle donne, degli emarginati, sono defluite verso modi diversi di avvertire l’esistenza, soppiantando le pratiche collettive, delle quali l’arte e la fotografia si erano rese interpreti, a favore di un sentire più individuale. 

La mostra si apre con l’opera di Diane Arbus (1923-1971), una delle più grandi artiste della seconda metà del XX secolo, la cui ricerca ha fatto da punto di svolta rispetto a quanto era stato fatto sino a quel momento nel campo dell’immagine. Le sue fotografie hanno come soggetto i mondi paralleli alla normalità che Arbus riesce a raccontare nella sua verità e crudezza, arrivando a realizzare alcune fra le fotografie più iconiche dei nostri tempi. 

Continuando nel percorso espositivo vi sono lavori che potremmo collocare nell’ambito del fotoreportage tradizionale, con una chiara propensione all’indagine sociale e antropologica. Di Chiara Samugheo (1935) sono esposte alcune fotografie di ispirazione neorealista, parte della serie dedicata alle tarantolate salentine della fine degli anni Cinquanta e alla realtà dell’Italia meridionale. Di Lori Sammartino (1924-1971) sono presenti le immagini che raccontano un’Italia semplice negli anni precedenti il boom economico.
Una selezione di opere da Morire di classe di Carla Cerati (1926-2016), pubblicato nel 1969 con Gianni Berengo Gardin, consentirà al pubblico di ammirare una delle ricerche più significative e conosciute dell’artista, che ha contribuito a mutare la situazione manicomiale nel nostro Paese. Grande forza hanno le immagini di Letizia Battaglia (1935), che in cinquant’anni di ricerca ha raccontato la Sicilia della criminalità organizzata e della corruzione, con un’attenzione particolare al mondo femminile. 

Carla Cerati

Una sezione consistente della mostra è dedicata al fotogiornalismo: due reportage di guerra ambientati in Libano e in Cambogia della francese Françoise Demulder (1947-2008), la prima donna a vincere nel 1977 il World Press Photo, il più prestigioso premio fotografico del mondo; mentre della finlandese Leena Saraste (1942) sono presentate le immagini dedicate alle rovine umane e architettoniche del conflitto israelo-palestinese dell’inizio degli anni Ottanta. 

Impegnata nella documentazione del mutamento della condizione femminile è Paola Agosti (1947), tra le più acute fotogiornaliste italiane, di cui viene presentato un intenso reportage sull’apartheid realizzato negli anni Ottanta in Sudafrica.

Paola Agosti


È legata al mondo del porto di Genova la preziosa indagine di Lisetta Carmi (1924): una ricerca in cui l’uomo, il paesaggio, l’architettura giocano ruoli equivalenti. Sono dedicati al mondo dell’industria, nel momento della sua trasformazione, anche i partecipati scatti di Giovanna Borgese (1939), in cui i protagonisti sono i lavoratori e gli scioperanti – oltre agli edifici abbandonati, veri e propri esempi di fotografia industriale. 

La ricerca di Petra Wunderlich (1954), di matrice prettamente architettonica, travalica i confini fra generi e temi aprendo nuovi scenari. Le sue opere indagano il paesaggio dell’uomo e, in particolar modo, quelle in mostra, si concentrano sugli edifici religiosi tra Germania, Inghilterra e Belgio. 

La mostra è organizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI (composto da Lola G. Bonora, Silvia Cirelli, Ada Patrizia Fiorillo, Catalina Golban, Elisa Leonini, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spano, Liviana Zagagnoni) e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali, Arte e Turismo. 

Attraversare l’immagine
Donne e fotografia tra gli anni ’50 e gli anni ’80
20 settembre – 22 novembre 2020
Palazzina Marfisa d’Este
Corso Giovecca 170, Ferrara 

A cura di 

Angela Madesani 

Orari 

9.30 – 13.00 / 15.00 – 18.00 | Chiuso il lunedì 

Tariffe 

intero € 4,00 | ridotto € 2,00 (giovani dai 18 ai 30 anni titolari della Carta Giovani, over 65 anni, studenti universitari, gruppi di almeno 15 persone, categorie convenzionate) 

Informazioni 

T. 0532 244949 diamanti@comune.fe.it www.artemoderna.comune.fe.it 

Prenotazioni

https://prenotazionemusei.comune.fe.it/

UDI – Unione Donne in Italia 

T. 0532 206233 udi@udiferrara.it www.biennaledonna.it 

pics e copertina curtesy dal comunicato della mostra biennale donna