Il dopo Floyd tra star dell’NBA e orti autogestiti

Da un lato Lebron James e le star Nba che con l’associazione chiamata “More Than A Vote”, si impegnano con l’obiettivo primario di promuovere la partecipazione alle urne nella prossima elezione presidenziale del 3 novembre. Una associazione nata per volontà dello stesso cestista che si rivolge alle persone di colore con difficolta a recarsi alle urne anche per le limitazioni volute dai repubblicani che da sempre temono che una maggiore affluenza (specialmente degli afro-americani) significhi maggiori voti per il partito Democratico. 

“Vogliamo che votiate, ma vogliamo anche spiegarvi come fare, dandovi il background necessario per capire come riuscirci e quello che gli altri stanno cercando di fare per impedirvelo. Visto tutto quello che sta succedendo nel mondo le persone finalmente hanno cominciato ad ascoltarci”. “Finalmente abbiamo messo un piede nella porta. Per quanto a lungo ci resteremo dipende da noi. Non lo sappiamo per certo. Ma finalmente stiamo ricevendo attenzione e questa volta possiamo fare la differenza”

LeBron James al New York Times

L’associazione si occuperà anche di esporre le tattiche di soppressione utilizzate in campagna elettorale, quali l’uso delle fake news e della disinformazione attraverso i social media. Un cambiamento concreto attraverso una imponente campagna socio culturale che grazie al lavoro della neonata, e delle associazioni già sul campo, si batte per facilitare l’accesso al voto delle minoranze. #morethanavote

from twitter #chaz

Dall’altro le proteste spontanee e clamorose come quella di #Chaz –  zona autonoma di Capitol Hill “Free Capitol” – istituita l’8 giugno 2020 nel mezzo dei disordini civili provocati dall’omicidio di George Floyd. Si tratta di 6 blocchi autogestiti intorno all’East Precinct a Seattle e trasformati dai sostenitori del BLM (black lives metter) e altri manifestanti in una comunità non ufficiale basata sull’aiuto reciproco. 

All’interno dei blocchi ci sono venditori di generi alimentari, cortei giornalieri, proiezioni di film pubblici e riunioni della comunità.

Da qualche giorno anche alcuni orti.

Marcus Henderson – una laurea in ingegneria delle risorse energetiche presso la Stanford University- è stato il primo a iniziare a fare giardinaggio nel parco.

Ma non si tratta solo di fornire qualche ortaggio per quelli del Chaz. La sua è una istallazione dimostrativa.

“L’emancipazione è legata alla terra. Abbiamo a che fare con una domanda su come i neri siano stati privati ​​del diritto di voto per così tanto tempo, esclusi dal sistema economico”, afferma. “Un modo per farlo è non dare alle persone l’accesso alla terra”. “L’agricoltura è stata un modo importante per i neri di ottenere autonomia e autosufficienza: se vuoi fare un vero cambiamento devi sporcarti le mani.”

From the stranger.com

Foto dell’immagine in evidenza da it.sports.yahoo.com