Suoni tradotti in immagini: The Great Animal Orchestra – XXII Triennale di Milano

 

A Milano, in occasione della XXII Triennale, fino al 1 settembre 2019 è possibile prendere parte a un’esperienza totalmente immersiva. Le sale del Palazzo della Triennale ospitano esposizioni di notevole rilevanza come ‘Broken Nature: Design Takes on Human Survival’ – di cui vi abbiamo parlato qui – vicino a installazioni che esplorano diversi argomenti afferenti al design e alle nuove tecnologie. Tra queste l’installazione ‘The Great Animal Orchestra’, una full immersione nel mondo animale, mondo da cui la tecnologia ha sempre attinto a piene mani per quanto riguarda idee e spunti.

Ideata su iniziativa dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi, si avvale di avanzate tecnologie del suono per tradurre in maniera visuale, grazie al lavoro dello studio londinese United Visuals Artists (UVA), più di 5.000 ore di registrazioni effettuate dal musicista, scienziato e bioacoustician Bernie Krause. Quest’ultimo durante i suoi viaggi per il mondo nell’arco di 45 anni, ha registrato complessi sistemi di suoni animali, in ambienti incontaminati molto diversi tra loro.

Grazie all’immaginazione di UVA, le registrazioni prendono forma in veri paesaggi sonori che si dipanano lungo le quattro pareti dell’installazione. Funziona così: si attraversa un pesante tendaggio nero e si entra dentro un grande cubo dalle pareti totalmente nere, presto si scopre che le pareti altro non sono che schermi in alta definizione. All’inizio si sentono semplici fruscii, accompagnati da qualche punto colorato che scorre sulle pareti, poi, man mano che si aggiungono e sovrappongono i suoni, gli schermi vengono invasi da molteplici linee in scorrimento lento, ogni segno è un suono tradotto in linguaggio visuale, e rende quasi intelligibile l’insieme complesso di suoni emessi da ogni animale e pianta presente in determinato ambiente.

Tutto questo si ascolta in contemplazione, seduti o sdraiati sui divanetti che occupano più o meno il centro del cubo. Ogni ambiente è caratterizzato da un colore diverso ed è ha suoni e tonalità differenti, dall’ambiente oceanico a quello desertico, ogni suono che via via si aggiunge è corredato da una didascalia che spiega a quale specie animale esso appartenga. Lo scopo dell’installazione, cosi particolare e suggestiva, è dare l’idea della varietà delle forme di vita presenti sulla terra e della diversità degli ambienti che le ospitano, e soprattutto stimolare l’interesse alla conservazione, preservare il mondo animale è un passo fondamentale verso la sopravvivenza dell’uomo stesso;  non è un caso che un’opera del genere venga ospitata in occasione di questa riflessione sul design e le tecnologie applicate allo sviluppi di nuove forme adattive futuristiche.

L’opera ha un precedente: nel 2016 la Foundation Cartier ha invitato lo studio londinese a collaborare per la realizzazione di una esposizione celebrativa del lavoro di Bernie Krause. Le registrazioni contengono appunto i suoni appartenentia oltre 15.000 specie animali differenti. UVA ha utilizzato un approccio che potesse unire i vari elementi, attraverso la creazione artistica di spettrogrammi e paesaggi sonori, in un’unica esperienza immersiva e tridimensionale. Gli spettrogrammi formano intorno all’osservatore dei paesaggi astratti, generati dall’interpretazione dell’ambiente e dell’ora delle varie registrazioni. Lo studio presenta molte collaborazioni in cui vengono sperimentai vari esiti e interpretazioni sia sonore che visuali, quasi un lavoro di traduzione che cerca non solo di farci vedere i suoni di un ambiente, come nel caso di Krause, ma anche di esplorare l’universo sonoro che non è percepito dall’orecchio ma che è comunque prodotto da un corpo umano in movimento o dalla crescita di una pianta. Si generano cosi diversi mondi, fatti di vibrazioni e di colori in continuo divenire. Per esempio l’opera ‘440hz’, creata per l’esposizione ‘One the Origin of Art’ presso il MONA, nella quale il corpo umano viene considerato uno strumento, ogni movimento da origine a vibrazioni che spesso non sono totalmente percepite dai sensi. In questo caso la luce e il suono sono utilizzati per tradurre l’energia in una forma osservabile. I partecipanti sono circondati da una tela che risponde ai loro movimenti con fasci di luce che si muovono su di essa. La luce costruisce un linguaggio visuale fatto di forme musicali astratte. Combinando insieme luce e suono, i movimenti di ogni corpo sono in grado di influenzare l’ambiente circostante.

È possibile vedere i lavori dello studio Uva sul web, su uva.co.uk ogni opera è accompagnata da descrizioni che chiariscono i vari processi creativi.
‘The Great Animal Orchestra’ è invece corredata di un sito interessante, costruito per essere utilizzato via smartphone; permette di immergersi nelle registrazioni di Krause e di interagire con esse.

Photo Credit: UVA

di Liliana Spadaro

 

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