Le conseguenze del spossessamento forzato e dell’occupazione, in una riflessione artistica

SUD OVEST BANK—Opere territoriali, Azione collettiva e Suono Evento Collaterale della 60ª Biennale di Venezia presentato da Artists + Allies x Hebron e Dar Jacir 20 aprile – 24 novembre 2024

Presso Palazzo Contarini Polignac Dorsoduro 878 30123 Venezia Italia; organizzato da Artists + Allies x Hebron e presentato in collaborazione con Dar Jacir per l’Arte e la Ricerca a Betlemme.

SUD OVEST BANK—Opere territoriali, Azione collettiva e Suono, curata da Jonathan Turner, è una mostra che si concentra su opere prodotte da artisti, collettivi e alleati nella zona del sud della Cisgiordania in Palestina. Selezionata come Evento Collaterale della 60ª Biennale di Venezia.

Gli artisti partecipanti esaminano aspetti della terra, dell’agricoltura e del patrimonio in una topografia in rapido mutamento. Gli artisti condividono una voce centrata sulle trasmissioni storiche di memoria e collettività. Le opere incarnano l’idea che “casa” sia fortemente radicata in molte pratiche tradizionali. Le opere presentate nella mostra esprimono un Antropocene radicato nella spossessamento forzato e nell’occupazione.

La mostra include opere di Samer Barbari, Adam Broomberg, Duncan Campbell, Rafael González, Isabella Hammad, Shayma Hamad, Chris Harding, Baha Hilo, Adam Rouhana, Emily Jacir, Sebastian Jatz Rawicz, Benjamin Lind, Jumana Manna, Michael Rakowitz, Mohammad Saleh, Vivien Sansour, Andrea de Siena e Dima Srouji. Inoltre, partecipanti al Gruppo di ricerca Palestine Zine coordinato da Chris Harding includono Suzannah Henty, Raghad Hilal, Ramzi Nim, Hanna Salmon, Laura Tibi e Marta Wodz.

Articolo: Nel cuore di Venezia, mentre l’arte danza tra i secoli e i confini, un riflesso vibrante del territorio del sud della Cisgiordania prende vita attraverso “SUD OVEST BANK—Opere territoriali, Azione collettiva e Suono”, un evento collaterale della 60ª Biennale di Venezia.

Presentato da Artists + Allies x Hebron e Dar Jacir, questo evento rivela il lavoro di artisti, collettivi e alleati che abbracciano il territorio palestinese come fonte di ispirazione e dibattito. Curata da Jonathan Turner, la mostra mette in luce opere che esplorano la terra, l’agricoltura e il patrimonio in una topografia in continua evoluzione.

Attraverso le opere esposte, gli artisti esaminano le complesse intersezioni di memoria, collettività e appartenenza. La mostra offre una prospettiva unica sull’Antropocene, evidenziando le conseguenze del spossessamento forzato e dell’occupazione sulla vita e sulle tradizioni delle comunità locali.

Tra gli artisti coinvolti vi sono nomi noti come Emily Jacir e Jumana Manna, oltre a talenti emergenti che contribuiscono con una varietà di medium e prospettive. Oltre alle opere d’arte visiva, la mostra presenta anche progetti di ricerca e zine coordinati da Chris Harding, ampliando il dialogo su temi cruciali attraverso l’arte partecipativa.

“SUD OVEST BANK” invita il pubblico a riflettere sulle connessioni profonde tra luogo, storia e identità, offrendo uno spazio per il dialogo e la riflessione critica. In un contesto globale sempre più interconnesso, questa mostra promuove una visione inclusiva e informata delle complessità del territorio palestinese e del suo impatto sulla cultura e sulla società.

Con un calendario che si estende da aprile a novembre 2024, “SUD OVEST BANK—Opere territoriali, Azione collettiva e Suono” promette di essere un punto di incontro per gli amanti dell’arte e i pensatori critici, offrendo una piattaforma per esplorare le narrazioni spesso trascurate del territorio palestinese attraverso l’espressione artistica contemporanea.

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