Ancora pochi giorni, termina il 25 febbraio, per partecipare al Festival Artefac, a Leuven in Belgio, quest’anno con titolo “At the still point of the turning world”. Arte contemporanea, eventi attuali e sfide sociali si incontrano in una mostra versatile, concerti, performance, conferenze approfondite e film stimolanti.
“A still point of the turning world. / Né carne né incorporeo; / Né da né verso; / al punto fermo, lì c’è il ballo, / Ma né arresto né movimento. / E non chiamarlo fissità, / Dove passato e futuro sono raccolti. / Né movimento da né verso, / Né ascesa né declino. / Eccetto il punto, il punto fermo, / Non ci sarebbe danza, e c’è solo la danza.” —T.S. Eliot, “Burnt Norton”
Come puoi restare sveglio in mezzo al tumulto del mondo e ancora mantenere la tua identità?
In “At the still point of the turning world”, gli artisti cercano conforto, forza e significato. Nel cosmico e oceanico, nei legami familiari e nelle parentele attraverso le generazioni, nel rapporto tra forme e materiali e nella poesia. Il titolo della mostra fa riferimento a una sezione di “Burnt Norton” di T.S. Eliot (1936), in cui descrive uno stato speciale tra tempo e movimento, al di là della fisicità dei nostri corpi. Eliot scrisse la poesia tra due guerre mondiali, cercando una via d’uscita dalla tensione della distruzione sociale e dell’ostilità, una tensione che è troppo riconoscibile nei nostri tempi attuali. Oggi, la sofferenza del mondo si avverte intensamente nella nostra vita quotidiana, e il caos tira le nostre maniche. Come possiamo rimanere svegli e consapevoli abbastanza da difendere i diritti degli altri solidalmente invece di sfregare la sabbia dormiente dell’impotenza più in profondità nei nostri occhi chiusi?
Mentre il mondo passa da un luogo caotico a uno repressivo per un numero crescente di persone e comunità, la questione di come mantenere la propria identità diventa sempre più urgente. Gli artisti in questa mostra mostrano ognuno attraverso la propria pratica come prendere posizione creando connessioni tra loro, condividendo storie intergenerazionali e conoscenze ancestrali ed esplorando i rapporti tra il materiale e l’emotivo, l’individuo e il cosmico. La necessità dell’arte e della poesia in un mondo in declino potrebbe sembrare utopistica, ma è essenziale. Già nel 1985, Audre Lorde dichiarava che “La poesia non è un lusso”. Pertanto, la mostra è permeata dalle parole di poeti come Lorde, Etel Adnan, CAConrad e altri.
Ispirato dalla mostra, Artefact Sound riunisce musicisti e artisti del suono innovativi. Il programma presenta nuove creazioni di artisti in residenza come Kara-Lis Coverdale & il coro degli ex studenti di Leuven, Valentina Magaletti e NAH, completato da un gruppo di esecutori di classe mondiale: Swans, Tashi Wada con Julia Holter, Bolis Pupul e il trio di Oren Ambarchi Ghosted. Dalla serata in club alla performance e dall’apertura alla chiusura, Artefact Sound offre un palcoscenico di tre settimane per la musica avventurosa fuori dagli schemi tradizionali.
Esposizione Etel Adnan, Felipe Baeza, Anouk De Clercq, Arpaïs Du Bois, Beatrice Gibson, Sky Hopinka, Saodat Ismailova, Alfredo Jaar, Anne Duk Hee Jordan, Germaine Kruip, Liliane Lijn, Margaret Salmon, Hyun-Sook Song, Pei-Hsuan Wang, Sophie Whettnall, Mickey Yang.
Artefact Sound BELLY FLOP (Farida Amadou & Leslie Gutierrez), Bolis Pupul, Brorlab, Clara Levy, GAIKA, Gaëtan Rusquet, Hiele Badenhorst, Hieroglyphic Being, Jente Waerzeggers, Kara-Lis Coverdale & Leuven Alumni Choir, Laura Conant, Lukas De Clerck, ML Buch, Maria M Horn, NAH, Nixie alias Siren Calls, Oren Ambarchi, Johan Berthling & Andreas Werliin, Swans, Tashi Wada con Julia Holter, The Germans, Valentina Magaletti & Theresa Baumgartner.
Film, dibattiti e performance Malek Rasamny, Matt Peterson, Adam Pendleton, Paul B. Preciado, Gaëtan Rusquet, Angie Madalijns (bricol’art vzw), Stéphane Symons.
immagini e info dal sito dell’iniziativa