Digitalizzazioni che generano cosmotecniche, visitatori come astronauti

E’ tutto questo e molto di più ARE YOU FOR REAL Fase 2. Una riflessione tra arte e tecnologia che aspira a situare e mettere in discussione una molteplicità di cosmotecniche (secondo il termine di Yuk Hui1)*. Un lavoro creato da una comunità diversificata e decentralizzata di artisti attraverso una sequenza di proposizioni cosmologiche, alternando tra planetario e terrestre, ecologico e tecnologico, magico e decoloniale. Una esplorazione di quella realtà on line che è ormai la nostra realtà.

I visitatori accedono al sito da un punto di vista sperimentato nella vita reale solo dagli astronauti. Navigando sulla piattaforma, i visitatori possono saltare da un pianeta all’altro ma anche entrarvi, passando dalla prospettiva planetaria a quella terrestre. Navigano tra configurazioni di pianeti raggruppati, visitando opere commissionate e presentate, nonché contributi selezionati da ARE YOU FOR REAL Fase 1.

Le realtà possono essere costruite tanto dalle macchine calcolatrici quanto dall’attività scientifica che modella il modo in cui percepiamo i nostri mondi della vita digitali e analogici. La comprensione che il calcolo e l’indagine scientifica sono due forze principali che definiscono le nostre realtà è al centro della Fase 2 di ARE YOU FOR REAL.

Le opere commissionate o altrimenti presenti sulla piattaforma convergono in cluster tematici cosmologici, manifestandosi come sistemi planetari, per rivelare una nuova cosmologia di interpretazioni della sfera digitale. L’intento è quello di mostrare l’irriducibile intreccio tra reale e digitale e di trasporre nella sfera online le questioni fondamentali presenti nella nostra vita terrestre. Gli artisti presenti su ARE YOU FOR REAL utilizzano i computer come strumenti, come collaboratori e come agenti del mondo

ARE YOU FOR REAL espande lo scambio culturale internazionale e le pratiche espositive co-creative contemporanee attraverso il dialogo sulla creazione del mondo digitale, l’indagine estetica e la riflessione politica performativa.

La rigenerazione specula sul potere rigenerativo del virtuale e sui suoi possibili impatti sugli scenari del mondo reale, sugli ecosistemi e sulle alleanze non umane e interspecie. Le sue opere sono resti digitali di siti reali scomparsi, a testimonianza di processi climatici irreversibili, oppure sono esperimenti collaborativi uomo-macchina che forniscono contronarrazioni sulla tecnologia e sull’azione artificiale e naturale.

Le opere cercano di capire cosa vuol dire essere un pipistrello (Zheng Mahler di Phase 1) o immaginare uno spostamento nel campo magnetico terrestre (Guillemette Legrand e Vincent Thornhill). Prevedono la convivenza del pianeta con agenti algoritmici (Lou Cantor) e con i fossili da essi generati (Ziyang Wu e Mark Ramos). Esplorano il tempo glaciale profondo in un’era di trasformazioni morfologiche e geologiche irreversibili (Jakob Steensen e Joel Kuennen) e scrutano i confini tra il corpo e il mondo esterno (Saša Spačal). E, come nella nuova commissione specifica per cluster di Miriam Simun, Contact Zone Level 1, mettono in atto processi di rewilding in co-creazione con l’intelligenza artificiale, intrecciando storie ecologiche e mitologiche, aprendo interpretazioni ibride dell’ambiente circostante e alleanze multispecie.

È ancora in mostra il primo cosmo-cluster di opere d’arte, There Is no Software, pubblicato il 2 agosto: un’opera digitale partecipativa commissionata dal collettivo di design post-critico The Rodina, circondata da opere tematicamente allineate di GUO Cheng e Weihao Qiu, Theodoulos Polyviou con Loukis Menelaou, Wisrah Villefort, Nushin Yazdani e Can Karaalioglu (della Fase 1) e Tatyana Zambrano, tramite la piattaforma online progettata e codificata da Yehwan Song.

ARE YOU FOR REAL è stato avviato da ifa nel 2020. La fase 2 è curata da Giulia Bini e Lívia Nolasco-Rózsás.

A proposito dell’Ifa
Insieme ai partner, l’ifa—Institut für Auslandsbeziehungen sostiene la libertà nell’arte, nella ricerca e nella società civile in tutto il mondo, riunendo persone impegnate a favore di una società aperta. Crea spazi analogici e digitali per l’incontro, lo scambio, la negoziazione e la co-creazione. ifa dà voce ad attivisti, artisti, studiosi e scienziati, promuove la cooperazione e persegue sempre più i suoi obiettivi insieme ai partner. Utilizzando le sue competenze chiave nel campo dell’arte, della ricerca e della società civile, ifa costruisce reti per ottenere risultati sostenibili.

info e immagini dal sito

*Secondo Yuk Hui: “La tecnologia non è antropologicamente universale; è abilitato e vincolato da particolari cosmologie, che vanno oltre la mera funzionalità o utilità. Pertanto, non esiste un’unica tecnologia, ma piuttosto molteplici cosmotecniche” (Yuk Hui, Cosmotechnics as Cosmopolitics, e-flux Issue #86 November 2017)