Greenwashing, una riflessione critica attraverso l’arte

Utopian Scenario about Nature, questo il titolo della mostra che iniziata a settembre terminerà il 7 gennaio 2023 presso il Busan Museum of Contemporary Art Nakdongnam-ro, Saha-gu Busan, Korea.

Gli artisti invitati:  Kang Sindae, Kang Hong-goo, Kim Hyoyeon, Nazgol Ansarinia, Dan Perjovschi, Dan Peterman, Listen to the City, Munem Wasif, Park Jahyun, Bang Jeong-A, Bad New Days, Song Hojun, Arahmaiani, Ai Weiwei, Allan Sekula, Yoko Ono, Image Research Community Banzzak, Lee Jinjoon, INTERPRT, YOUNG-HAE CHANG HEAVY INDUSTRIES, Jeong Chulkyo, Joana Moll, Joo Jaehwan, Kim Simonsson, Topological Atlas, Fiona Banner, Hwang Jaihyoung, Haroon Mirza, Hans Haacke.

L’era attuale viene comunemente definita l’era della crisi climatica. In questo contesto, come viene presentata e percepita la crisi climatica? Se riflettiamo su come tali cose vengono visualizzate, le questioni climatiche vengono percepite nel regno delle esperienze sensoriali soggettive come il tempo o i fenomeni naturali, o simbolicamente attraverso indicatori scientifici convertiti in misurazioni dei livelli di anidride carbonica atmosferica e dei cambiamenti della temperatura globale. Ciò indica che nessuno, indipendentemente dalla propria esperienza, è stato in grado di catturare adeguatamente il senso della vera immensità di un futuro aumento della temperatura globale di 1,5 gradi.

Un punto cruciale riguardo a questa idea secondo cui la crisi climatica non è stata ancora adeguatamente rappresentata risiede nelle sue implicazioni di incompetenza dell’arte e che anche l’immaginazione artistica del nostro tempo si trova ad affrontare una crisi. Nel Regno Unito sono state fondate diverse organizzazioni, incaricate di tentare di applicare politiche ambientali per la neutralità del carbonio. Nonostante questi sforzi, il dibattito sulla sostenibilità all’interno dei musei d’arte non è riuscito a contribuire a cambiare la percezione del pubblico, il loro atteggiamento politico ha invece suscitato critiche, con i musei accusati di essere diventati prodotti dello spettacolo e complici del caos causato dalla crisi climatica. Tuttavia, questo fallimento della rappresentanza è diventato una condizione estremamente favorevole che consente al capitalismo contemporaneo di produrre nuovi valori delle merci. Ciò può essere facilmente individuato prestando attenzione a come la crisi climatica viene rappresentata oggi nei media.

Questi cambiamenti nelle modalità del capitalismo, la promozione di politiche rispettose dell’ambiente nella politica, nell’economia, nella società e nella cultura, e una riorganizzazione guidata dall’estetizzazione della natura, Scenario utopico sulla natura è stato concepito per mettere in discussione cosa dovrebbe realmente significare “eco-friendly” e per trovare risposte nell’arte contemporanea. La mostra si propone di esaminare gli atteggiamenti ecologici e politici e il loro sviluppo nelle tendenze dell’arte socialmente critica e partecipativa emerse negli anni ’60 e che continuano fino ai giorni nostri. Gli anni ’60 segnarono l’inizio di uno sviluppo economico su larga scala incentrato sull’aumento della produttività e furono anche un periodo durante il quale rami dell’economia come l’economia ecologica e l’economia delle risorse iniziarono a crescere, con la natura incorporata nella logica del mercato. Ciò ha portato a crescenti preoccupazioni circa la crescita materiale illimitata del capitalismo e ha innescato un dibattito attivo sui problemi ambientali derivanti dal rapporto tra capitale e natura. Questi sviluppi hanno avuto un impatto significativo sul mondo dell’arte dell’epoca. Da un lato, sebbene il termine “eco-arte” non fosse ancora stato stabilito, emerse la tendenza a incorporare direttamente gli elementi naturali e l’ambiente naturale stesso come soggetti e materiali nell’arte. D’altro canto, la realpolitik radicale salì alla ribalta e le funzioni sociali e i ruoli dell’arte furono rafforzati.

Tuttavia, questa mostra non intende riassumere il lignaggio storico dell’arte ecologica. Rappresentare l’era della crisi climatica implica visualizzare una forma ristrutturata della natura all’interno della storia capitalista. Le opere di questa mostra offrono un’esplorazione critica del capitalismo ecologico di oggi, sia nel tentativo di rappresentare la natura socializzata e storicizzata, sia anche nell’andare oltre le normali dimensioni materiali ristrette della visualizzazione nelle mostre e nel sostenere forme di pratica sociale. Mentre il primo evoca immagini di oscuro capitale che scorre dalle piantagioni, dalle miniere, dai pozzi petroliferi e dalle profondità marine, il secondo si impegna direttamente con la vita, coinvolgendo lavoratori, rifugiati, volontari, attivisti sociali, ricercatori politici e così via. Questa mostra rappresenta un passo verso la creazione di veri e propri “musei ecologici” che produrranno arte ecologica storicamente, politicamente e socialmente significativa ed efficace; qualcosa che richiederà una trasformazione sistemica completa come mai prima d’ora.

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