Attiva fino al 31 ottobre PLANT FEVER, presso il Palazzo e Parco Kunstgewerbemuseum, di Dresda Staatliche si tratta di un progetto ideato da d-o-t-s (Laura Drouet e Olivier Lacrouts) e prodotta dal Centre d’innovation et de design (CID) di Grand-Hornu, in Belgio.
Per secoli, la nostra intrinseca alienazione dalla natura ci ha impedito di vedere le piante e di comprenderle veramente come qualcosa di più che materiali ed elementi decorativi (cecità vegetale).
Oltre alla mostra dal 20 luglio verrà attivata anche la DESIGN CAMPUS Summer School di quest’anno: The School of Phyto-centred Design, curata da d-o-t-s, fino al 25 agosto.
Una iniziativa culturale che punta a superare il dualismo tra uomo e natura, profondamente radicato nella società occidentale. Il design, l’arte, le scienze naturali sono i mezzi per oltrepassare la svalutazione e lo sfruttamento del mondo vegetale e comprenderlo come nostro pari.
Come leggiamo dal comunicato stampa:
Siamo all’inizio di un nuovo capitolo nella coevoluzione di esseri umani e piante? Il design può aiutarci a riformulare il nostro rapporto con il mondo vegetale, mostrandoci le potenzialità delle piante come vere alleate e non solo come merci?
La ricerca pluriennale e la mostra itinerante PLANT FEVER (Pflanzenfieber) sostiene un profondo ripensamento del nostro rapporto con le piante, proponendo di passare da un design incentrato sull’uomo a uno incentrato sulle piante.
In tal modo, la mostra si riallaccia alla lunga tradizione dell’orticoltura del castello e del parco di Pillnitz. Le mostre storiche, i giardini e le serre testimoniano che due re sassoni erano appassionati amanti delle piante: Federico Augusto I e suo nipote Federico Augusto II elevarono il parco a collezione botanica dal 1780 al 1865 circa. Le conoscenze qui raccolte fornirono impulsi decisivi per la silvicoltura, la progettazione di giardini e la tecnologia, tra le altre cose.
Ancora oggi, istituzioni di insegnamento e ricerca riconosciute del Free State e del governo federale lavorano insieme in questo sito sotto il nome di Green Forum Pillnitz.
Artisti e finanziatori
Merle Bergers, De Bilt (Paesi Bassi)
Sjoerd ter Borg, Estetica dell’esclusione, Amsterdam (Paesi Bassi)
CID—centre d’innovation et de design au Grand-Hornu (Belgio)
Liz Ciokajlo, Londra (Regno Unito)
Carole Collet, Living Systems Lab, Central Saint Martins UAL, Londra (Regno Unito)
dach&zephir, Parigi (Francia)
Marie Declerfayt, Bruxelles (Belgio)
Stefan Diez, Monaco (Germania)
d-o-t-s, mufi (UE)
FROWJIN design dello Studio Frowjin, Amsterdam (Paesi Bassi)
Alexandra Fruhstorfer, Vienna (Austria)
Gionata Gatto, Rotterdam (Paesi Bassi) / Dubai (UAE) & Giovanni Innella, Rotterdam (Paesi Bassi) / Doha (Qatar)
HighSociety Studio, Johannes Kiniger e Giulia Farencena Casaro, Sesto (Italia)
Nicole Hone, Università Victoria di Wellington (Nuova Zelanda)
Studio Nienke Hoogvliet, Den Haag (Paesi Bassi)
Istituto Italiano di Tecnologia, Bioinspired Soft Robotics Laboratory, Genova (Italia)
Markus Jeschaunig—Agenzia per la Biosfera, Graz (Austria)
Fernando Laposse, Londra (Regno Unito)
Atelier Luma / Luma Arles, Henriette Waal e Mevce Çıracı, Arles (Francia)
Alice & Gavin Munro, Wirksworth (Regno Unito)
Patrick Nadeau, Parigi (Francia)
Native Shoes, Vancouver (Canada)
Špela Petric, Amsterdam (Paesi Bassi)
Dan Porat, Tel Aviv (Israele)
Marcin Rusak Studio, Varsavia (Polonia)
Harpreet Sareen, Brooklyn (Stati Uniti)
Studio Sarmite, Francoforte sul Meno (Germania)
Helene Steiner, Londra (Regno Unito)
Trajna Collective, Lubiana (Slovenia)
studio mischer’traxler, Vienna (Austria)
Pei-Ying Lin, Dimitris Stamatis, Jasmina Weiss, Špela Petric (vari paesi)
Technische Universität Dresda (Germania)
Sächsische Landesbibliothek, Staats- und Universitätsbibliothek Dresda (Germania)
Rob Crosse (Germania)
info e immagini dal sito
di PierpaoloFabrizio redazione