L’arte si interroga su una criminologia femminista

Dal 12 novembre a Berlino la mostra Guilty, Guilty, Guilty! presso il Kunstraum Kreuzberg. Focus, le “donne in tribunale”: artisti si interrogano su come l’aula non rappresenta solo un luogo in cui si arriva al giudizio, ma si riferisce soprattutto a uno spazio in cui un’immagine politica o ideologica della donna viene sempre negoziata e costruita subliminalmente.

Colpevole, colpevole, colpevole! riunisce un’ampia gamma di posizioni artistiche che, utilizzando opere sonore e video, collage, installazioni, fotografia, ricerca artistica e strategie attiviste, rivelano approcci alternativi al rapporto tra genere e giurisprudenza.

dal sito dell’iniziativa

Ciò che accomuna le opere è il rispettivo tentativo di riclassificare il verdetto di “colpevolezza” da un punto di vista sociale e politico. Colpevole di aver ucciso o colpevole di essere vivo? Colpevole perché una legge è stata infranta, o colpevole perché è stato fatto in modo “poco femminile”?

Foto di un manifestante a San Pietroburgo a sostegno delle “Sorelle Khachaturyan”. Il 27 luglio 2018, dopo molti anni di abusi, le tre sorelle Krestina, Angelina e Maria avevano accoltellato a morte il padre. Al momento del delitto avevano 17, 18 e 19 anni. Il successivo procedimento penale, che avrebbe dovuto distinguere tra omicidio e omicidio per legittima difesa, ha portato a un importante dibattito pubblico in Russia, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di riconoscimento legale della necessaria autodifesa.

Utilizzando una vasta gamma di metodi e forme, inclusi suoni, film, collage, installazioni, opere basate sulla ricerca e pratiche attiviste, gli artisti navigheranno attraverso la sfera giuridica e burocratica, considereranno prove alternative e rifletteranno su doppi standard.

Considerano i processi delle guardie dei campi di concentramento nella Germania del dopoguerra (Dominique Hurth), il caso di una ragazza palestinese minorenne detenuta alle porte di un insediamento israeliano (Roee Rosen), l’accoltellamento a morte di Marwa El-Sherbini alla corte di Dresda ( Noa Gur), la caccia alla terrorista Patricia Hearst (Dennis Adams) e le condizioni precarie dei giovani queer nei centri di detenzione minorile americani (Sam Richardson, Krystal Shelley e Shevaun Wright, ideati da Suzana Milevska). Trattano anche i costrutti giuridici della femminilità e della maternità (Barbara Breitenfellner, Susanne Sachsse), la distribuzione della colpa nei processi di divorzio e affidamento dei figli (Nika Dubrovsky, Ekaterina Shelganova), nonché il caso particolare della mafia Zwi Migdal (Galit Eilat). . In definitiva e soprattutto (Rüzgâr Buşki, İpek Duben) considerano i casi di omicidi per legittima difesa e coloro che non sono stati in grado di difendersi.

La Kunstraum Kreuzberg/Bethanien è un spazio di Berlino che propone mostre collettive e tematiche sui processi sociali e culturali contemporanei in relazione all’arte contemporanea. Aspetti centrali sono la contestualizzazione dei progetti e la considerazione della diversità, dell’internazionalità e dei riferimenti locali.

Biglietti, ulteriori info qui sito dal quale sono state tratte anche le immagini

Redazione