Architetture concrete per un futuro dinamico

Questo giovedì 11.11.21 alle 18:30 sarà possibile gratuitamente e online prenotandosi qui partecipare ad una conversazione sul tema “Material Struggles. Material Agencies”. Ne parleranno Anupama Kundoo
e Dima Srouji.

Si tratta di incontri internazionali, denominati #Re-possession, promossi dalla RCA scuola di Architettura, come si legge nel profilo l’Università numero 1 al mondo per l’arte e il design QS Rankings 2020.

L’architettura è il palcoscenico su cui si vivono le storie umane. Il mio lavoro inizia e rimane vicino al profondo bisogno umano di avere uno scopo, un rifugio e un impegno sociale. Parla attraverso i dettagli; dettagli che favoriscono l’intimità e la varietà, sensoriali e spaziali. È dove i produttori si impegnano con mano e mente per produrre oggetti di cui sono orgogliosi, dove trasformano materiali semplici con cura e intelligenza in strutture mirate, dove sono sfidati a fare di più con meno e dove regolarmente superano tutte le aspettative, comprese le proprie .

Anupama Kundoo

Come dunque ci spiega l’architetta il suo lavoro riguarda l’innovazione e l’abbondanza socio-economica che deriva dalla ricerca e dall’investimento in materiali e tecniche di costruzione. Si tratta di comprendere che ogni lezione appresa e ogni miglioramento incrementale guida micro-decisioni che, nel tempo, producono gli aumenti sproporzionati e cumulativi che chiamiamo abbondanza.

Il futuro è inconoscibile, i bisogni umani cambiano e i fatti sul campo raramente cooperano con le intenzioni sulla carta. Per questi motivi preferisco la fluidità e l’imprecisione alla purezza prescrittiva. I creatori e gli utenti sono invitati ad adattarsi in modo creativo al servizio di se stessi e delle loro comunità.

Anupama Kundoo

L’altra conversatrice è Dima Srouji architetto e artista palestinese che esplora il potere del suolo, dei suoi strati e dei suoi artefatti nel rivelare narrazioni silenziate e memorie intergenerazionali incorporate. La sua pratica scava momenti di potenziale liberazione immaginaria alla ricerca di rotture attraverso la colonizzazione e l’occupazione della Palestina. Lavora con vetro, testi, archivi, mappe, calchi in gesso e film, interpretandoli come un oggetto evocativo e un compagno emotivo. I suoi progetti sono sviluppati a stretto contatto con archeologi, antropologi, sound designer e soffiatori di vetro, poiché crede che la collaborazione sia parte integrante del processo collettivo verso la liberazione. Lo studio è situato all’interno di uno spazio di decolonizzazione e funziona attraverso la cartografia critica, la mappatura profonda e le metodologie di analisi critica.

immagine dal sito di Dima Srouji

Srouji si è laureata alla Yale School of Architecture e nel 2016 ha fondato Hollow Forms, un progetto di soffiatura del vetro che mira a riattivare l’industria. Attualmente è City Design Tutor presso il Royal College of Art.

immagine dal sito

A soli 30 anni e contro alcune insondabili probabilità, Dima Srouji è diventata un multisintesi globale: architetto, designer, artista e regista. Ma l’arte è nel suo DNA: Srouji è nata in una lunga serie di architetti, tra cui sua madre, quattro zie e il bisnonno. Il trasferimento della sua famiglia dalla Palestina a Doha, in Qatar, durante la seconda intifada ha avviato Srouji sul suo percorso creativo. “È stato uno shock enorme passare da una zona di guerra a una scuola di bougie”, dice. “Ho sentito che dovevo reinventare la mia persona per adattarmi. Guardando indietro, è stato un momento molto difficile, ma è così che si cresce”.

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di redazione PiùVolume